RACCONTA IMMAGINI UNO

RACCONTA IMMAGINI : PRIMO CLASSIFICATO DEL CONCORSO 2022

“LUMACHE PER UN GIORNO”

Autore : Elena Callegaro – di Noventa Padovana

«Sbrigati!» gli diceva la mamma spingendolo per farlo camminare più in fretta.  Lui doveva andare a scuola, lei al lavoro. Lui chiuse gli occhi e s’immaginò di essere diretto verso grandi prati verdi per correre e giocare, prendere il sole, fare un bel pic-nic, guardare le nuvole e gli animali. Lei invece pensava a quanto le sarebbe piaciuto stare tutto il giorno con il suo bambino, senza preoccupazioni. Arrivati a metà strada l’auto cominciò a sputacchiare, andò avanti ancora pochi metri, poi si fermò. «E adesso?», chiese Nicolino alla mamma. Ma non sentì la risposta.

Fuori dal finestrino stavano succedendo cose strane.
Non c’erano più le persone.

Lungo i marciapiedi, dentro alle altre automobili, arrampicati sui muri delle case e delle chiese c’erano dei grandi lumaconi. Si muovevano piano piano, giravano le antenne qua e là, si guardavano intorno.

“E’ l’invasione delle lumache giganti? – pensò Nicolino – Ma dove sono tutti gli uomini e le donne? E gli altri bambini?“. Anche la mamma era diventata una grande lumaca, Nicolino non sapeva cosa fare, scese dalla macchina e iniziò a camminare. I lumaconi lo guardavano con l’aria un po’ smarrita. Improvvisamente si trovò davanti ad un grandissimo cancello dorato. Non ricordava di averlo mai visto.

Era aperto. Entrò.

C’era un sentiero e Nicolino s’incamminò. Intorno a lui un bosco meraviglioso, farfalle dappertutto, scoiattolini che saltavano tra i rami. «Sembra di essere in paradiso! – disse il bambino, riflettendo a voce alta – Non ci sono macchine, né case di cemento. Non si sente il rumore del traffico, ma soltanto il canto degli uccellini, e il vento tra le foglie.

Perché non avevo mai visto questo bellissimo posto andando a scuola?»

Alla fine del sentiero Nicolino si ritrovò in un grande grande prato circondato da alberi altissimi che bucavano le nuvole e toccavano il cielo.

Al centro c’era una casetta di legno. Nicolino era molto curioso. Senza pensarci decise di andare a bussare alla porta.

«C’è nessuno?» disse il bambino.

«Vieni pure», gli rispose una voce.

Tanto la casa era piccola a guardala da fuori, tanto era grande una volta dentro. Nicolino vide vallate attraversate da fiumi, montagne e laghi bellissimi. C’era il sole. “Ma come è possibile?” si chiedeva il piccolo. «Tutto è possibile, caro Nicolino», rispose la stessa voce leggendogli nel pensiero. Sembrava quella di una donna, ma di certo veniva da molto, molto, molto lontano.

«Chi parla? Chi sei?», domandò il bimbo guardandosi intorno.

«Sono la Terra», gli disse ancora la voce.

«La Terra? E dove sei? Non ti vedo», chiese Nicolino.

«Certo che mi vedi! – rispose la voce ridendo felice – Io sono dovunque, tutto intorno a te. Sono le piante, gli animali, il sole e le stelle, l’aria che respiri, l’acqua che bevi, il suolo su cui cammini».

Nicolino capì: «Ciao Terra, io sono Nicolino».

«So come ti chiami, io conosco tutti, uno per uno» rispose la Terra.

«E cosa ci fai qui dentro questa casetta? Perché siamo qui? E cosa è successo alle altre persone? E perché ci sono le lumache giganti sui muri delle case?». Nicolino non la smetteva più di fare domande.

«Calma calma calma, – gli disse la Terra – ora ti spiego. Siediti qui sul prato, vuoi mangiare?»

Nicolino si ricordò solo in quel momento di avere una gran fame e subito davanti a lui comparve un cestino da pic-nic pieno di frutta, biscotti e panini.

«Uau! Grazie Terra!» disse Nicolino che iniziò subito a far merenda.

Nel frattempo la Terra iniziò a raccontare. «Sai Nicolino, io sono molto forte, vi ospito, proteggo e nutro. Gli esseri umani però si sono dimenticati di me. Mi sporcano, mi bruciano, trattano male i miei animali, inquinano i miei mari, uccidono i miei pesci. Se continueranno così io non potrò fare più niente per loro. Li dovrò abbandonare»

Nicolino sgranocchiava i biscotti e ascoltava attento.

«E così ho deciso di trasformare tutti in lumache per un giorno. Così andranno più piano, si guarderanno intorno e avranno tempo per riflettere», concluse la Terra.

«E perché proprio lumache?» chiese il bimbo.

«Le lumache costruiscono la loro casa e la portano con sé. La casa protegge dai pericoli di questo mondo», gli spiegò la Terra.

«E allora? Anche io ho una casa!», rispose Nicolino.

«Si Nicolino, ma non sto parlando di case fatte di muri e mattoni. Guarda bene come è fatta quella delle lumache: gira, gira e gira intorno al suo centro e così diventa sempre più grande. Ad ogni cerchio lascia andare quello prima, e soltanto così la lumaca cresce», disse la Terra.

«Anche noi dovremmo costruirci una casetta intorno al nostro centro?», domando ancora il piccolo.

«Si», replicò la Terra.

«E qual è il nostro centro?», disse Nicolino.

«Prova a indovinare», rispose la Terra.

Nicolino ci penso un po’ su: «Il cuore?»

«Si», disse la Terra.

Nicolino non aveva altre domande, era un bambino e aveva capito tutto. Si alzò, ringraziò la Terra per l’ospitalità e ripercorse la strada all’indietro fino a ritrovare il cancello dorato attraverso il quale era entrato nel meraviglioso giardino.

Che avventura! – pensava il bambino mentre camminava – Chissà cosa dirà la mamma. Ahhhh la mamma!” – Nicolino si accorse soltanto in quel momento di essersi dimenticato della mamma – ”Chissà quanto sarà preoccupata!” e cominciò a correre.

Le lumache erano scomparse, c’erano di nuovo le persone. Ma tutti andavano più piano. Non c’erano più automobili, soltanto biciclette. L’aria era pulita.

Arrivato a casa Nicolino trovò la mamma in giardino. Stava innaffiando l’orto.

«Guarda Nicolino! – gli disse la mamma ridendo – le lumache hanno mangiato quasi tutta l’insalata! Vorrà dire che ne pianteremo di più».